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Plus24 / Oro, forte per paura dell'inflazione

di Fernando Mancini

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6 Marzo 2010

L'interesse per l'oro come strumento di investimento rimarrà sostenuto anche quest'anno, indipendentemente dalla ripresa economica. A un ritmo inferiore del boom di due anni fa, quando la crisi ha stimolato la domanda di protezione (+72,5%), ma la direzione sarà quella di un ulteriore consolidamento (+7,4% la domanda del 2009). Almeno questa è la stima del Wgc, l'associazione dei produttori mondiali di oro, secondo cui se l'economia continuerà a esitare gli investitori rimarranno concentrati sul metallo giallo per diversificare gli asset. Se la ripresa dovesse prendere piede, nelle strategie - a cominciare da quelle degli istituzionali - entreranno in gioco i timori di inflazione e quindi emergerà un quadro sempre favorevole all'oro.
Ma dopo l'impennata del 2009 (+25%) ci sono ancora margini per ulteriori rialzi? E, soprattutto, questo mercato potrà offrire un rendimento più allettante di uno strumento difensivo più tradizionale come i titoli di Stato? La risposta degli esperti di Banca Etruria è affermativa. Ricordano come «le performance recenti dell'oro siano state ampiamente superiori a quelle dei governativi e quindi riteniamo che, in un'ottica di lungo periodo, questo mercato possa offrire rendimenti più confrontabili con i listini azionari che con altri mercati».
Ma quali rischi si assume chi oggi mette in portafoglio l'oro? Per Carsten Menke, Commodity Research di Bank Julius Baer, ci sono in questo momento due pericoli. «Il primo – spiega – riguarda il fatto che la domanda degli investitori non è così forte come lo scorso anno», insufficiente «da compensare una prevista eccedenza dell'offerta per quest'anno di oltre mille tonnellate». Il secondo rischio «è la stretta monetaria che potrebbe determinare un incremento dei costi per chi detiene oro», la cui resa sarebbe compressa.
Gli alti tassi, inoltre, secondo altri esperti stimoleranno nuovamente i produttori a tornare a vendere a termine, fenomeno osservato in passato in circostanze simili. Giorgio Mascherone, responsabile investimenti di Deutsche Bank in Italia per l'oro non vede «particolari rischi, anzi pensiamo che nel 2010 possa offrire opportunità di rialzo (5-7%), anche considerato che ci sono prospettive di acquisto da parte delle banche centrali dopo anni di vendite e un obiettivo di medio periodo sopra 1.200-1.250 dollari non è irrealistico». Secondo l'esperto, inoltre, l'oro, sia pure in percentuali adeguate, è certamente da considerare un buon investimento di medio-lungo periodo, anche perché i prossimi due-tre anni vedranno probabilmente una domanda superiore all'offerta «a vantaggio dei prezzi». Attenzione infine agli altri metalli preziosi: non necessariamente saranno trascinati dall'oro.

6 Marzo 2010
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